mercoledì 22 agosto 2018



IL BUON GOLF INIZIA CON UN BUON GRIP. Questa affermazione, mi rendo conto, risulta così rivoluzionaria come affermare il fatto sorprendente che la batteria nel Baseball  è formata da catcher e pitcher. Oltretutto, per la maggior parte dei giocatori di golf il grip è la parte più noiosa dello swing, non c’è fascino in esso. Non vedono in esso niente di “attivo”, niente di decisivo. Al contrario, per me e per altri veri giocatori vi è un innegabile bellezza nel modo in cui un buon giocatore impugna il bastone. Walter Hagen, per esempio, aveva un bellissimo grip, delicato e allo stesso tempo potente. Mi è sempre sembrato che le sue mani fossero state appositamente create per adattarsi ad una mazza da golf. Tra i  giocatori più giovani di oggi, Jack Burke mette le mani sul ferro in modo molto elegante. Non c'è dubbio che l'ammirazione di un giocatore di golf professionista per un buon grip deriva dalla consapevolezza che, lungi dall'essere una cosa statica, il grip rappresenta il cuore dell’azione dello swing.
Logicamente, deve essere così. L’unico contatto del giocatore con la pallina è attraverso la testa del bastone, e il suo unico contatto fisico diretto con il bastone avviene attraverso le sue mani. Nello swing  l’energia è originata e generata dai movimenti del corpo. Man mano che essa si accumula, viene trasferita dal corpo alle braccia, che immediatamente la trasferiscono, attraverso le mani, alla testa del bastone.





Si moltiplica enormemente con ogni trasferimento, come una reazione a catena nel campo della fisica. O, per usare un esempio più familiare, si può pensare allo schiocco della frusta, dove l’elemento alla fine della catena (nel golf la testa del bastone) sta andando migliaia di volte più veloce dell’elemento che ha originato la velocità. Questa azione a catena dipende da un grip corretto. Con un grip difettoso, un giocatore non può impugnare saldamente il bastone all’apice del back swing - il ferro risulterà essere sempre fuori controllo. E se il bastone non è guidato da un grip corretto, l'energia che genera un giocatore di golf con il suo corpo non raggiungerà il bastone, attraverso le sue mani nel downswing,  e la testa del bastone non potrà essere accelerata al massimo.
L'impugnatura standard è l’overlapping grip. E’ così da oltre mezzo secolo, da quando Harry Vardon lo divulgò sia in Gran Bretagna che in America. Fino ad oggi non si è ancora trovato un grip più efficace, che garantisca la soliderietà tra il corpo e il bastone. Uno di questi giorni potrebbe uscirne fuori uno migliore, ma fino a quel giorno, dobbiamo affidarci a questo grip. In un buon grip entrambe le mani agiscono come una SOLA UNITÀ. Non possono, se si impugna il bastone in modo “quasi corretto”, il che significa in realtà in parte in modo non corretto. Per citare le più comuni illustrazioni, un giocatore destro (il cui braccio sinistro è naturalmente molto meno potente del suo braccio destro) esclude ogni possibilità di una azione congiunta di entrambe le mani se fin dall’inizio la mano destra risulta essere dominante, o se diviene preponderante nel mezzo del gesto, così da prendere il sopravvento. Una cosa essenziale, quindi,  per assicurarsi un saldo grip a due mani è di mettere la mano sinistra sul grip in modo assolutamente corretto. Ecco cosa vi consiglio di fare:



(Il disegno allegato chiarirà meglio. Scoprirete come qualunque eventuale difficoltà possa sorgere nella comprensione di un linguaggio necessariamente tecnico, potrà essere risolta grazie alle illustrazioni).















 





























(Il disegno allegato chiarirà meglio. Scoprirete come qualunque eventuale difficoltà possa sorgere nella comprensione di un linguaggio necessariamente tecnico, potrà essere risolta grazie alle illustrazioni).


Piega il dito indice attorno allo shaft e scoprirai che si può sollevare il bastone e mantenere un grip relativamente stabile solamente con i muscoli di quel dito ed i muscoli del cuscinetto nel palmo della mano.


Ora chiudi semplicemente la mano sinistra – chiudi prima le dita e poi il pollice – ed il bastone sarà esattamente dove deve essere.


Due illustrazioni del grip completo della mano sinistra. I punti di maggior pressione sono le ultime tre dita.


Per ottenere una certa familiarità con questo primo approccio al’impugnatura corretta, vi consiglio di praticarla per 5 o 10 minuti al giorno per una settimana, fino a quando non vi diventerà naturale.


Quando il giocatore ha completato il grip della mano sinistra, la V formata dal pollice e l’indice dovrebbe puntare all’occhio destro. La pressione totale di tutte le altre dita non dovrebbe essere più forte (e può anche essere un po 'meno forte) rispetto alla pressione esercitata dal solo dito indice e dal muscolo palmare durante l'azione preparatoria. Nel grip completo la pressione principale è esercitata dalle ultime tre dita, con l’indice ed il cuscinetto del palmo che aggiungono una pressione secondaria. Le tre dita premono verso l’alto, il cuscinetto verso il basso, ed il grip è bloccatto nel mezzo.

Esercitare pressione sullo shaft per mezzo del cuscinetto del palmo produce tre conseguenze; rafforza il braccio sinistro durante lo swing, evita che il ferro scivoli dalla presa del giocatore all’apice del backswing ed agisce come un solido rinforzo nel momento dell’impatto.

Questa pressione, di cui stiamo parlando, dovrebbe essere “attiva”, cioè quel tipo di pressione che fa sentire le mani vive e pronte all’azione. Alcuni golfisti afferranno il bastone con tanta veemenza che pare debbano piegarlo. Non c’è nessun bisogno di esagerare la presa sul grip. Anzi, ciò ha un effetto negativo: automaticamente si contraggono i tendini del braccio sinistro, rendendolo così rigido e insensibile da non sentire la vostra richiesta e da non fornire la reazione muscolare necessaria quando si inizia lo swing. Una presa troppo stretta inoltre immobilizzerà il vostro polso. Un grip affidabile, vivo e confortevole è ciò che cerchiamo, perché quando il peso della testa del bastone è portato indietro, istintivamente le vostre dita intensificheranno la presa sull shaft.

Il grip della mano sinistra all’apice del back swing.

Due sezioni anatomiche che raffigurano la struttura della mano sinistra.

Il disegno del grip completo mostra la giusta posizione della mano destra.


Il grip della mano destra, poiché è quella che effettua l’overlapping, è più complicato. Se la posizione di una forte e corretta mano sinistra è solo la metà del lavoro necessario per creare un one-unit grip, l’altra metà dell’opera consiste nel posizionare la mano destra così da fare la metà del lavoro, e non più di questa metà.

Ciò significa, in effetti, attenuare la tendenza naturale del dito indice e il pollice di prendere il sovpravvento. Se lo faranno, vi rovineranno. Le "pincer fingers” (lett. dita a pinza, ndt), sono fantastiche per l'esecuzione di innumerevoli attività, nella vita quotidiana, come l'aprire una porta o sollevare una tazza di caffè, ma non servono a niente, se l’intento è quello di costruire un buon grip ed un buon swing. La spiegazione di ciò sta nel fatto che i muscoli del dito indice e del pollice della mano destra sono in connessione con i muscoli forti che corrono in superficie, dall’avambraccio fino alla spalla. Se unite le punta dell’indice e del police ed esercitate una certa forza, automaticamente attivate proprio quei muscoli del braccio e della spalla, e questi non sono i muscoli da utilizzare nello swing. Il loro uso è ciò che conduce molti golfisti a non colpire la palla con entrambe le mani che lavorano insieme, a barcollare avanti e indietro, tutto braccio e spalla destra, e tutto errato.

PER OTTENERE UN GRIP CORRETTO CON LA MANO DESTRA, STENDETELA APERTA DAVANTI A VOI, CON IL PALMO RIVOLTO AL BERSAGLIO. ORA, CON LA MANI SINISTRA GIA’ IN POSIZIONE, POSATE IL BASTONE SULLA VOSTRA MANO DESTRA, COSì CHE LO SHAFT APPOGGI SULLA PRIMA ARTICOLAZIONE DELLE QUATTRO DITA, BEN OLTRE IL PALMO DELLA MANO.

Come mostra il disegno, lo shaft giace sull’articolazione delle prime falangi della mano destra. Medio ed anulare conferiscono la maggior parte della pressione.


Il grip della mano destra è nelle dita, non nel palmo. La V diell amano sinistra in posizione corretta (un grip tra palmo e dita) dovrebbe puntare all’occhio destro del giocatore.


IL GRIP DELLA MANO DESTRA E’ UN “FINGER GRIP”. LE DUE DITA CHE DOVREBBERO APPLICARE LA MAGGIOR PARTE DELLA PRESSIONE SONO MEDIO ED ANULARE. Come abbiamo già detto, l’indice non dovrebbe divenire troppo importante. Per quanto riguarda il mignolo, scivola al di sopra dell’indice della mano sinistra e si posiziona saldamente tra indice e medio. ORA, CON IL BASTONE TENUTO SALDAMENTE NELLE DITA DELLA MANO DESTRA, SEMPLICEMENTE AVVOLGI LA MANO DESTRA SUL POLLICE SINISTRO – è così che mi piace pensare. Con la mano destra in posizione, il pollice destro dovrebbe scendere leggermente verso la parte sinistra dello shaft.

Se c’è un importante considerazione da tenere in grande considerazione nel vostro pensiero, circa la mano destra, è che il bastone deve essere nelle dita e non nel palmo. Per dare alla palla backspin, per lavorarla con un elegante underspin e per fare tante altre cose con la pallina, questa deve essere colpita in modo netto e preciso, e si può raggiungere questo risultato solamente se il bastone è tra le dita della vostra mano destra. Di più: un grip appropriato con la mano destra permetterà al giocatore di trasmettere maggior velocità alla testa del bastone. Ciò che vogliamo è una velocità controllata, e ciò si può ottenere solamente dalle dita, non dalla mano destra.

Una parola di più sul mignolo della mano destra. Mentre per tanto tempo è stata una pratica consolidata poggiare il mignolo arcuato sull’indice sinistro, vi consiglio caldamente di stringere il mignolo nella cavità formata da indice e medio. Ciò fa sì che le mani non si sconnettano, e mi dà la sensazione che le mie mani siano saldamente collegate tra loro.

Ulteriormente, a proposito dell’area del pollice della mano destra. Per favorire un grip con la mano destra che sia forte quando deve esserlo (e che sarà quindi in grado di compensare la pericolosa tendenza a lasciare che i polpastrelli di pollice e indice lavorino come una tenaglia), consiglio al lettore di coltivare la seguente abitudine: abituatevi, quando prendete il bastone, a far sì che il pollice e la parte adiacente che forma la V, la parte che è l’estensione superiore dell’indice, siano premute una contro l’altra, inseparabili come gemelli siamesi.. Mantenetele pressate così quando vi accingete ad impugnare il bastone e quando ponete la mano destra sul pollice sinistro. In questa posizione connessa, mi piace sentire che la nocca sul dorso della mia mano destra, in corrispondenza dell’indice stia spingendo verso sinistra, verso il bersaglio. Si trova quasi al di sopra del centro dello shaft. Allora sento di avere il bastone nelle dita. Inoltre, quando poggiate la mano destra sul pollice sinistro – e si avrà molto più spazio per porla al di sopra – il pollice sinistro si adatterà perfettamente alla cavità formata dal palmo dell mano sinistra. Saranno così uniti tra loro come quei pezzi dei rompicapo in legno.


L’unione tra il pollice sinistro e la base del pollice destro rafforza l’unione delle due mani e conferisce stabilità al vostro grip, particolarmente quando si è all’apice del back swing, dove i grip malfermi tendono ad incrinarsi. Quando osservate il vostro grip della mano destra, la V formata da pollice ed indice dovrebbe puntare proprio alla punta del vostro mento.


Inizio modulo

Un'ultima parola su quei potenziali sabotatori di swing che sono il pollice e l’indice della mano destra. Nonostante i polpastrelli di queste due dita servano certamente al golfista provetto nella loro qualità di dita più sensibili, imparare ad usarle nel colpire la pallina richiede molta pratica. Potrete sviluppare questa attitudine con l’andare del tempo. Tuttavia, in questa fase del gioco, in cui dimenticare le cattive abitudini e acquisire una nuova e corretta impostazione  è il nostro obiettivo principale, non ho dubbi che il golfista amateur debba dimenticarsi di queste raffinatezze. L’imparare come usare la mano destra può dare più danno che benefici. Con questa impostazione delle mani, un esercizio estremamente produttivo da praticare ( per circa cinque minuti al giorno, per una settimana) è prendere il bastone e fare qualche swing con pollice ed indice completamente sollevati dallo shaft. Questa esercizio dà al golfista la magnifica sensazione di avere una sola mano sul bastone. Ovviamente, questo sarebbe l’ideale. Quando avete completato il grip, cercate di sentire che le punta di pollice ed indice sono appena sull’impugnatura, e sforzatevi invece di costruirvi quella sensazione opposta (prima descritta) che la nocca dell’indice destro spinga verso il pollice e verso il bersaglio.

Potrebbe sembrare che si sia andati troppo oltre in dettagli insignificanti, a proposito degli elementi di un grip corretto. In realtà è proprio il contrario. Troppo spesso nel golf si preferisce la approssimazione al dettaglio. Per esempio, il golfista pensa che sovrapporre il mignolo (Overlapping ndt) sia il dettaglio, cosicchè non presta abbastanza attenzione a come ciò viene fatto, Oppure egli confonde l’effetto (che può essere del tutto superficiale) con l’azione (l’essenza) che causa l’effetto. Per esempio: molti golfisti pensano che, se le due V sono puntate correttamente, il grip deve essere corretto. Può essere ma può anche non essere. La direzione delle V non è una garanzia, semplicemente  un “Checkpoint”. Nel golf vi sono cose da fare in modo estremamente preciso, in quanto essere abbastanza precisi non è abbastanza. Il grip è una di quelle componenti, dove essere abbastanza precisi non conduce a niente. Al contrario, una volta che coltiverete le vostre buone abitudini, impugnare il bastone correttamente verrà naturale. Verrrà istintivo. Di più: essre meticolosi nell’imparare una corretta impugnatura vi ricompenserà ampiamente. Una volta che avete la padronanza del grip, e supponendo che anche lo stance e la postura siano corretti, potrete dimenticarvi di cosa le mani stiano facendo durante lo sing, o di cosa debbano fare. Ci penseranno loro autonomamente. La ragione di ciò è che un corretto grip mette in gioco i muscoli corretti, delle vostre braccia e del vostro corpo.

Vorrei rimarcare questo punto, se posso, con una piccola nota biografica, perché se c’è un golfista che è passato per tutti i possibili grips, quello sono io. Sono nato mancino, mi era naturale fare le cose di sinistro. Fui forzato ad usare la destra quando ero un ragazzo, ma iniziai a giocare a golf da mancino, perché il primo bastone di cui venni in possesso, un vecchio ferro cinque, era da mancino. Smisi di esserlo per ragioni, diciamo così, commerciali. I ragazzi della mia città natale, Forth Worth, erano soliti acquistare i bastoni (ad un dollaro l’uno) in un piccolo negozio, e semplicemente non vi erano più ferri da mancino nel barile dove questi ferri venivano riposti. Quando passai a giocare da destro, probabilmente come conseguenza dei miei inizi, usavo un reverse grip con le mani al contrario. Passai poi all’interlock grip e dopo un po’, dovevo avere circa quindici anni allora, finalmente arrivai all’overlapped grip. A quei tempi lavoravo nel pro shop del Glen Garden Club, e adottai il grip del maestro locale, Ted Langworth. Mi accorsi immediatamente che quello era il migliore di tutti i grip, e una volta persuaso del fatto impiegai poco tempo per abituarmici.

Nel corso degli anni, da quando ho adottato l’overlapped grip, vi ho apportato due minime modifiche. subito dopo il servizio militare, passai dal cosiddetto “long thumb”, con il pollice sinistro completamente disteso sull’impugnatura, allo “short thumb”, spostando il pollice in alto di un mezzo pollice (inch ndt). Il “long thumb” lasciava cadere il bastone all’apice del backswing e rendeva difficile avere il giusto timing. Ho fatto la mia seconda modifica nel 1946, ruotando la mano sinistra di un buon mezzo pollice verso sinistra. Stavo allora lavorando per trovare il modo di controllare la potenza che a volte mi portava ad agganciare la palla. Muovere la mia mano verso sinistra, così da avere il pollice dritto nel mezzo dello shaft fu il primo passo per risolvere questo problema. Considero queste due piccole modifiche come del tutto personali. Ad ogni modo, per me funzionarono, e le consiglierei certamente a quei golfisti che avessero il mio stesso problema. Lasciate che chiarisca, tuttavia, che ripenso a queste come a piccoli aggiustamenti e non a fondamentali cambiamenti. Il golfista veramente fortunato è quello che ha bisogno del minor numero di correzioni.

Il grip, nel golf, funziona al meglio quando le mani e le dita si sentono libere. A volte è così, a volte no. Può essere interessante sapere che bere un po’ di Ginger Ale, per il suo effetto sui reni, sembra prevenire quella sensazione di gonfiore nelle mani. Il clima freddo, ovviamente, influenza queste sensazioni. A Carnoustie, per essere certo che le mie mani fossero abbastanza calde, portavo uno scaldamani in ogni tasca. Sono quegli affari Vittoriani che funzionano un po’ come gli accendisigari; un piccolo astuccio metallico (ricoperto di panno spesso) riempito di fluido che, una volta accesa la miccia, riscalda per circa otto ore, Casualmente questi scaldamani servivano anche a mantenere calde le palline da golf. Come si sa, una pallina calda vola più lontano di una fredda.

Nella prossima lezione prenderemo in esame il fondamentale dello Stance and Posture. Ma non corriamo troppo. Per almeno una settimana, CERCATE DI IMPRATICHIRVI CON IL GRIP, PER ALMENO MEZZ’ORA AL GIORNO. IMPARARE I PROSSIMI FONDAMENTALI SARA’ DUE  VOLTE PIU’ FACILE E PIU’ PROFICUO. Voglio ancora rimarcare il fatto di come sia necessaria una applicazione mentale per imparare lo swing, ma anche di come questa applicazione possa essere gratificante. Alla fine, Il giocatore amateur imparerà a mettere insieme tutte le parti dello swing. Sarà in grado di ripetere il suo swing in modo continuo e di tirare colpi che avranno le stesse caratteristiche di quelli dei giocatori pro, poiché staranno usando lo stesso metodo che i pro usano. Potrà non essere lungo, o preciso come i pro, ma sarà comunque lungo e diritto. E tirerà colpi eseguiti correttamente e con una certa personalità. E’ questo un fatto che molte persone non hanno mai provato, ma che è sicuramente alla portata di una persona di medie capacità. Non potrò mai porre abbastanza l’accento su questa cosa. Una volta che il golfista amateur si appresta al corretto metodo per colpire la pallina, inizierà a migliorare, e a gustare questo miglioramento, e si renderà finalmente conto di essere in grado di tirare colpi solidi, di fare volare la palla alta o bassa, con il draw o con il fade, colpi dal bunker, recuperi, mezzi colpi – TUTTO QUESTO SENZA CAMBIARE IL SUO SWING. E’ lo swing stesso che vi darà questa sensazione di avere la padronanza di questa grande varietà di colpi.

A mano a mano che migliorerà, il giocatore apprezzerà il gioco sempre più, perché uno swing corretto gli permetterà di riscoprire il golf – o meglio di scoprire il golf per la prima volta. Avrà tutto ciò che serve, l’intero “vocabolario” del golf. Vedrà un gioco completamente diverso. Quando sarà sul tee e si troverà un’ ostacolo d’acqua che richiederà un volo di palla di almeno 170 yards, non andrà sulla palla sconsolato, come fanno certi giocatori, pregando che in qualche modo la palla vada al di là dell’ostacolo, perché questo è il meglio che possa sperare.No, saprà di essere in grado di tirare colpi di 200 yards  sull’acqua in ogni momento, e sarà in grado di pensare ad altro: quanta parte dell’ostacolo dovrà evitare, quale sarà la migliore posizione (per un giocatore delle sue capacità) per attaccare il green con il secondo colpo. La strategia di gioco, implicita in ogni buon percorso, lo conquisterà, invece di confonderlo, Comprenderà perché quel particolare albero sia stato posizionato sul bordo del fairway. Comprenderà perché quel dato ostacolo è stato posizionato all’inizio del green. Capirà perché il fairway si restringe in quel dato punto. Non chiederà al Consiglio del Circolo di tagliare l’albero, di ridurre l’ostacolo o di abbassare il rough. Obietterà addirittura, se vi saranno propositi per “ammorbidire” il rough.

In breve, il giocatore farà suo lo spirito del gioco. Quando tirerà un brutto colpo e questo lo metterà di fronte ad un difficile colpo di recupero, raccogliera la sfida, e giocherà il colpo successivo ancora meglio per rimediare al suo errore. Se l’entrata al green sarà stretta, saprà di diover giocare un colpo ancora più preciso del solito, o ne pagherà le conseguenze. Avrà questo atteggiamento perché saprà di avere uno swing essenzialmente corretto e ripetitivo e che sarà in grado, con una certa concentrazione, di tirare il colpo adatto. Farà errori, certamente, poiché è un essere umano, ma sarà un giocatore, e il golf sarà per lui una fonte di crescente soddisfazione.


Champion Golfer of the Year


Quelle lingue di terra dura e sabbiosa, racchiuse tra le colline ed il Mare del Nord e continuamente spazzate dal vento.
Terra brulla: solo festuca, cespugli di ginepro ed erica; terra non adatta alle colture, al massimo al pascolo dei greggi di pecore. E' qui, in questo angolo di mondo nel Nord della Scozia, che secoli fa qualcuno, chissà come, inventò il Golf. Nello spazio più pianeggiante ricavò una buca, grande quel tanto per farci entrare una palla fatta di corda e pelle di pecora, vi piantò sopra un'asta con un fazzoletto ad indicarne la posizione, indietreggiò fino a quando quello straccio bianco non fosse diventato un puntino in lontananza. Poi prese un bastone ricurvo e la colpì. Tutto iniziò così.
Da allora il Golf ne ha fatta di strada. Nel corso dei secoli ha preso forma. Codificando il gioco e dotandosi di regole, stabilendo come dovessero essere fatti i percorsi e l'attrezzatura, è diventato uno Sport a diffusione planetaria, uno tra gli Sport più praticati, sicuramente lo Sport che muove più interessi economici al mondo.
Al giorno d'oggi il mondo è cosparso da campi da Golf di una bellezza incomparabile: tra le foreste delle montagne rocciose, sulle isole caraibiche, nei deserti dell'Arizona o a fianco delle spiagge bianche di Mauritius. Campi costruiti con investimenti milionari che offrono al golfista, che sia un professionista del Tour o un semplice dilettante, panorami incredibili e un percorso in cui la natura è in qualche modo stata piegata al volere dell'uomo. Addomesticata, se così vogliamo dire.
Poi un giorno arrivi sui Links: annusi l'aria salmastra e profumata, senti il vento che ti sferza la faccia e fa sbattere la bandiera là in fondo sul green, e capisci. Anche se non sei mai stato lì, capisci che quella è la vera essenza del gioco del Golf. Giocare il tuo miglior Golf non contro chi ti sta di fianco, ma contro il campo che hai davanti. Sembra quasi dirtelo, Carnoustie; io sono qui, sempre uguale, da centinaia di anni. Fammi vedere di cosa sei capace.
E così, per una settimana all'anno, da cento e passa anni, il Golf torna alla sua vera dimensione. I campioni del Tour americano ed Europeo, abituati a ridicolizzare campi molto più lunghi di Carnoustie e con green molto più veloci, devono improvvisamente fare i conti con sé stessi. Qui i numeri non hanno nessuna importanza: non importa quanto tiri lungo il drive, qual é la tua percentuale di sand saves o di putt impucati entro i tre metri. Se giochi sui Links sai che prima o poi il percorso ti metterà alla prova: arriverà il momento in cui, se vuoi vincere, dovrai dimostrare di esserne all'altezza. Non è una questione di tecnica, non solo. E' soprattuto una questione mentale; devi sapere che l'errore fa parte del gioco, devi saperlo accettare ed essere capace di porvi rimedio nel miglior modo possibile. E' in sostanza una sfida, tra il giocatore e il campo. Nient'altro.
Non devi per forza essere migliore dei tuoi avversari, e la storia dell'Open lo insegna. Puoi essere il numero 300 al mondo, come Ben Curtis, o puoi essere Tom Watson, e rischiare di vincere il tuo sesto Open a sessant'anni. Devi solamente essere in grado di giocare il campo al meglio.
E così in un fine settimana di metà Luglio, mentre i grandi del Golf mondiale, da Jordan Spieth a Tiger Woods, da Rory McIlroy a Justin Rose, si inchinavano davanti a Carnoustie, un solo giocatore, colpo dopo colpo, buca dopo buca, riusciva in un'impresa eccezionale, la cui portata ancora adesso non è stata compresa: due giri perfetti, senza perdere nemmeno un colpo, su un percorso tra i più difficili al mondo. Impresa mai riuscita a nessuno in passato.
Il nostro Francesco, incurante delle difficoltà, dei colpi sbagliati, del tifo che incitava un Tiger Woods in rimonta, si è presentato sul green della 18 dopo un approccio fantastico e ha suggellato un torneo memorabile con un birdie che ha riassunto tutta una carriera golfistica.
In quel momento Chicco non ha battuto i suoi avversari; ha vinto la sua personale battaglia con Carnoustie.
Cala la sera sulle terre di Scozia, e il volto di Molinari illuminato dagli ultimi raggi di sole e dai riflessi scintillanti della Claret Jug diventa improvvisamente quello di un ragazzino; di quel ragazzino che aveva pianto per la sconfitta di Costantino Rocca al Playoff tanti anni prima e che oggi solleva al cielo il trofeo più antico, amato e ambito da tutti i golfisti del mondo.
E quel titolo, che per quasi centocinquant'anni di Golf ha suggellato il successo dei più grandi giocatori di sempre, oggi, incredibilmente, appartiene a noi italiani. Francesco Molinari, Champion Golfer of the Year. Well Played, Francesco!