lunedì 22 gennaio 2018

I FONDAMENTALI

Venticinque anni fa, quando avevo 19 anni, sono diventato un giocatore di golf professionista. Suppongo che se inserissi i dati corretti in  uno dei nostri moderni "cervelli elettronici", questo  eseguirebbe un paio di calcoli e poco dopo mi comunicherebbe  quante centinaia di migliaia di colpi ho tirato in campo pratica, quanti ne ho tirati nei tornei, quante volte ho fatto tre putt quando non c'era alcuna ragione per farlo, e così via. Come la maggior parte dei golfisti professionisti, ho la tendenza a ricordare un po’ meno chiaramente i brutti colpi rispetto a quelli buoni - quei due o tre colpi per giro, raramente di più, che sono stati eseguiti esattamente come pensavo dovessero essere.

Tuttavia, avendo lavorato molto sul mio golf con tutte le risorse fisiche e mentali che ho avuto a disposizione, sono riuscito a riprodurre alcuni colpi veramente buoni in fasi molto importanti  dei tornei Major. Per citare un esempio che molti dei miei amici ricordano con particolare emozione - e anch'io, se è per questo - nel 1950 a Merion, avevo bisogno di un par sulla 72esima buca per andare al comando nell’US Open. Per ottenere quel par  avevo bisogno di fare atterrare la palla su un green insidioso, leggermente in discesa, da una distanza di circa 200 yards. Ci sono colpi più facili nel golf. Ho preso il ferro 2 e ho tirato quello che, secondo il mio sincero giudizio, è stato uno dei colpi migliori del mio ultimo giro, forse uno dei migliori che ho giocato durante tutto il torneo. La palla è partita verso la parte sinistra del green, ha tenuto la traiettoria saldamente, ha rimbalzato sull’ avant green ed è rotolata a circa 40 piedi dalla buca. Era tutto ciò che potevo chiedere a quel colpo. Ho poi giocato due putt per il mio 4, e questo mi ha permesso di entrare nel playoff per il titolo, che ho poi conquistato il giorno seguente. 

Riporto questo episodio non per il piacere di riassaporare la soddisfazione di un “grande momento” ma, piuttosto, perché ho scoperto in molte conversazioni che il ricordo che io ho di questo colpo (e altri simili) è notevolmente diverso dal ricordo che la maggior parte degli spettatori sembra avere. Essi sono inclini ad enfatizzare quel colpo in quanto era stato eseguito in una situazione di pressione. Essi tendono a pensare ad esso come a qualcosa di unico in sé, qualcosa di estremamente  ispirato, si potrebbe dire, dal momento che quello era esattamente il colpo che la situazione richiedeva. Io non lo vedo affatto così. Io non ho colpito quel colpo allora, in quel tardo pomeriggio a Merion. Avevo praticato quel colpo da quando avevo 12 anni. Dopo tutto, la cosa fondamentale in un torneo di golf è quello di avere il controllo su uno swing che, più si è sotto pressione, meglio funziona.
Per tanti aspetti, il golf giocato in una competizione ed il semplice golf sono estranei l'uno all'altro come l’hockey su ghiaccio e il tennis. Per altri aspetti non lo sono: il professionista che gioca per la sua sopravvivenza nel circuito (con il suo orgoglio, le sue soddisfazioni, e migliaia di dollari in gioco) e il giocatore amateur, che cerca di produrre il suo miglior gioco nel fine settimana (con il suo orgoglio, le sue soddisfazioni, e un dollaro in gioco) stanno entrambi cercando di padroneggiare quei movimenti che si tradurranno in uno swing consistente, UN CORRETTO, POTENTE E CONSISTENTE SWING. Questo assunto può essere affermato categoricamente: è assolutamente impossibile per qualsiasi persona giocare bene a golf senza uno swing ripetitivo.
Allora, come si fa a costruire uno swing su cui fare affidamento, uno swing che si possa ripetere allo stesso modo in qualsiasi condizione di vento, di brutto tempo, sotto ogni tipo di pressione? Avendo dedicato la maggior parte delle mie ore di veglia (e alcune delle mie ore di sonno), per un quarto di secolo alla ricerca della risposta, oggi credo che ciò che ho imparato possa essere di enorme aiuto per tutti i golfisti. Questo è il motivo per cui mi sono impegnato nel mettere giù questa serie di lezioni. Non mi ripropongo di disquisire di teoria. Ciò che ho appreso, l’ho imparato attraverso tentativi ed errori; guardando un buon giocatore fare qualcosa che sembrava corretto per me, imbattersi in qualcosa che sembrava giusto per me, sperimentando quella data cosa per vedere se aiutava o ostacolava il mio gioco, facendola mia se serviva e affinandola a volte, scartandola in caso contrario,  o scartandola in un secondo tempo se si era dimostrata inaffidabile durante il gioco dei tornei; sperimentando continuamente nuove e vecchie idee in ogni sorta di variazione,  fino a quando non sono arrivato a un insieme di elementi fondamentali che mi sembravano adeguati perché asserviti ad uno scopo ben preciso, una serie di fondamentali che si sono rivelati giusti perché hanno resistito e si sono dimostrati efficaci in ogni tipo di situazione. Per dirla in breve, le nozioni che illustrerò sono un sunto delle conoscenze che ho cercato di acquisire da quando ho conosciuto il golf , da quando a 12 anni ho capito che volevo fare del golf la mia professione.

Fino a un certo punto, per come la vedo io, non c'è niente di difficile nel golf, niente. Non vedo alcuna ragione, in verità, per cui un golfista medio, se si approccia al gioco in modo intelligente, non debba tirare meno di 80 colpi, ed intendo tirando quei colpi che un buon giocatore di golf sa di poter giocare. In qualche modo i golfisti amateur si convincono di non poter giocare un “colpo lungo” correttamente, di non avere la capacità o la coordinazione per eseguire uno swing solido. Puttare o approcciare, quella è un'altra storia. Il giocatore medio si sente in grado di affrontare con successo quella parte del gioco in cui ha bisogno di uno swing corto. A mio parere, il giocatore medio si sottovaluta. Ha tutto ciò che serve per eseguire  uno swing pieno e tirare colpi consistenti. Uno swing pieno non è altro che una estensione di uno swing corto. Come per ogni cosa, ci vuole un po'di applicazione, ma imparare i movimenti corretti è 10 volte meno difficile di quello che si pensa. In realtà, una volta che siete sulla strada giusta nel golf, fare le cose nel modo giusto richiede uno sforzo molto minore che farle nel modo sbagliato.
Mi rendo conto di essere un uomo esigente, e di come alcune cose siano più difficili per alcune persone di quanto io possa immaginare, ma veramente mi fa male guardare quei golfisti che sudano sul tappetino di pratica, gettando via la loro energia senza uno scopo costruttivo, nove volte su dieci facendo la stessa cosa sbagliata che facevano anni e anni addietro quando iniziarono a giocare a golf. Questo tipo di giocatore di golf ovviamente ama il gioco, o non sarebbe certo lì a praticare. Ma tuttavia non riesco a guardarlo a lungo. La sua frustrazione, tutto quello inutile spreco di energia davvero mi dà fastidio. Se anche stesse là fuori sul tee di pratica fino ai 90 anni, non migliorerà mai, Anzi andrà sempre peggio,  perché le sue cattive abitudini diventeranno sempre più profondamente radicate. So che migliaia di giocatori si consolano con il fatto che il gioco del golf è un modo per tenersi in forma e stare in compagnia, il che è meraviglioso; ma ogni golfista, nel profondo del suo cuore, vuole giocare il gioco relativamente bene. Per riuscire in questo sono necessari un po' di impegno, qualche pensiero, un po'di fatica, ma il giocatore che saggiamente intraprende questa strada sarà in grado di esprimere un buon golf e di migliorarsi per il resto della sua vita. Il piacere più grande si ottiene attraverso il miglioramento.
Prima di iniziare con le nozioni, lasciate che vi dica più specificamente che cosa faremo e cosa speriamo di ottenere. Per cominciare, il libro sarà composto da cinque lezioni. In ognuna di queste presenteremo al lettore golfista uno o due elementi fondamentali da praticare ed assimilare, così da costruire progressivamente delle solide basi su cui i successivi fondamentali possano essere aggiunti. Il golfista che dedica una mezz'ora al giorno per praticare i punti che spiegheremo in queste cinque lezioni sarà in grado, io credo,  di migliorare il suo gioco ed il suo score immediatamente ed in maniera determinante. Il grado di miglioramento del gioco  varierà a seconda della qualità dell’impegno di ogni individuo. Continuando a praticare e applicare questi principi fondamentali, il giocatore continuerà a migliorare il suo gioco, molto spesso, ben oltre i suoi sogni più rosei. Io sinceramente credo in questo: IL GIOCATORE MEDIO E’ ASSOLUTAMENTE IN GRADO DI COSTRUIRE UNO SWING RIPETITIVO E DI GIOCARE SOTTO GLI  80 COLPI, se impara a eseguire un piccolo numero di movimenti corretti e viceversa, ne consegue, se elimina un sacco di movimenti che tendono ad allontanare lo swing dalla ripetitività.

In queste lezioni non cercheremo certamente di coprire tutto il golf, o forse nemmeno un centesimo di questa materia inesauribile. Ciò con cui avremo a che fare sono quegli aspetti del golf che si sono rivelati i veri fondamentali – fondamentali che possono essere sperimentati e non solamente lasciati all’immaginazione o al caso. Questo è tutto ciò che realmente serve.
Secondo il parere di alcuni miei amici che sono più che tradizionalisti, molte delle mie idee sul golf  sono abbastanza rivoluzionarie. Alcune di loro lo sono, credo. Per come la vedo, alcune cose che a lungo sono state credute di fondamentale importanza nel campo del golf  nono sono affatto importanti. D'altra parte, alcuni altri aspetti che sono stati considerati di secondaria importanza (o addirittura di nessuna importanza) mi sembrano invece inestimabili, tanto da essere in realtà il vero fondamento dello swing moderno. Un'altra cosa. Io sono un sostenitore di quel tipo di insegnamento che sottolinea l'esatta natura e l’esatta sensazione dei movimenti che un giocatore fa per raggiungere il risultato che vuole. Se si dovesse insegnare a un bambino ad aprire una porta, non si apre la porta per lui e poi ci si dilunga a descrivere come è la porta aperta. No, gli si insegna come girare la maniglia della porta,  in modo che possa aprire la porta da sé. Allo stesso modo, in queste lezioni il nostro metodo consisterà nel sottolineare ciò che si fa per ottenere il risultato che si sta cercando. Le azioni che causano il risultato - queste sono i veri fondamentali del golf. A proposito di tutti gli atteggiamenti  e i manierismi personali che fanno parte dello stile individuale, non ho mai visto un grande giocatore il cui metodo di colpire la palla non includa i fondamentali che metteremo in risalto. Altrimenti, come è ovvio, quel giocatore non potrebbe essere un grande giocatore.